La pandemia da covid ha impattato anche nel mercato immobiliare. Non solo i drive di scelta sono cambiati ma anche, e forse soprattutto, le oscillazioni dei prezzi delle unità immobiliari.
Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi da alcuni operatori del mercato emerge una tendenza generalizzata, su tutto il territorio pugliese, alla ripresa dei prezzi agli inizi del 2021 dopo la sostanziale discesa del 2020. Nella provincia del capoluogo, ad esempio, il valore medio, secondo i dati di Idealista, si aggira intorno ai 1.440 euro al mq con uno 0,6% in meno rispetto ad un anno fa. Attenzione, a dicembre segnava -1,5%. Emerge dunque un quadro sostanzialmente stabile seppur con un leggero ribasso.

Le cose cambiano, e di molto, se ci spostiamo nella provincia di Brindisi, laddove il valore di mercato è sceso dell’1,1% rispetto ad un anno fa. Da cosa dipende? I lockdown e l’incertezza diffusa dovuti alla pandemia da covid stanno frenando il mercato immobiliare. Non abbiamo certezze sul futuro, meno di qualsiasi altra epoca storica, così anche coloro che possono ci pensano bene prima di effettuare un acquisto. Eppure, a sostegno del mercato immobiliare, ci sarebbero anche le condizioni favorevoli sotto il profilo finanziario. Oggi i mutui sono più accessibili rispetto a qualche anno fa e si potrebbe approfittare.
Si aggiunga, infine, un aspetto, diciamo, di carattere culturale. E’ opinione diffusa, se non tradizione, soprattutto nelle regioni del sud, e la Puglia non fa eccezione, che la casa si compri per il matrimonio. Di fatto, le cerimonie, tra alti e bassi, sono quasi bloccate per intero da un anno. Quindi una delle ragioni per le quali si acquista casa sta venendo meno. Infine, aggiungiamo anche come sono cambiati i drive di scelta. Un’abitazione che, a causa della pandemia, si è fatta anche palestra, ufficio e aula scolastica, richiede nuove performance. In termini di consumi energetici ma anche di spazi da adibire per lo smart working o la didattica a distanza.
Speriamo di uscire presto da questa situazione, l’emergenza non è più ormai solo sanitaria ma sociale, a causa dei distanziamenti, e, come si vede, anche economica. Chi si occupa dell’organizzazione della macchina vaccinale, unica via per ricominciare a vivere, dovrebbe tenere presente i danni che stanno causando i clamorosi ritardi di questa gestione.