Comitato Europeo delle Regioni: la presidente Capone presenta la legge sulla parità retributiva.
BARI – La Puglia e la legge sulla parità salariale. Ne ha parlato la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, nel corso della riunione della Commissione Cittadinanza, Governance, Affari istituzionali ed esterni (Civex) del Comitato Europeo delle Regioni.
L’incontro virtuale si è svolto nell’ambito del dibattito tematico sulla “Conferenza sul futuro dell’Europa: l’uguaglianza come elemento costitutivo della democrazia europea”.
La Puglia è la seconda Regione d’Italia, dopo il Lazio, ad aver approvato la legge sulla parità retributiva e la prima del Sud.
“In Puglia – ha detto la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone – stiamo lavorando sulla possibilità di generare nuove opportunità per chi oggi ne è privo, in particolare per le donne. Purtroppo alcune norme fondanti della nostra Costituzione non sono mai state pienamente attuate. Una di queste è l’articolo 37, che sancisce la Parità retributiva e prevede che donne e uomini, a parità di funzioni, debbano percepire la stessa retribuzione. Tuttavia questo non accade. Non accade in Puglia, in Italia e in molti Paesi europei. Non accade nella maggior parte delle imprese private e troppo spesso anche negli Enti pubblici.
Per questo, in Puglia abbiamo voluto approvare una legge che prevede incentivi a favore delle imprese che si impegnano a garantire la parità di genere e che scelgono di rendere trasparenti le retribuzioni dei propri dipendenti. E di questo si terrà conto anche nelle gare e nelle procedure d’appalto a gestione regionale. Non mancano le sanzioni per chi adotta un comportamento discriminatorio. Insieme alla legge – ha aggiunto la presidente – abbiamo approvato anche un ordine del giorno che punta a rafforzare le azioni a favore della conciliazione vita lavoro.
È un traguardo che abbiamo raggiunto tutti insieme, maggioranza e opposizione, che ha fatto, finalmente, di una questione che fino a oggi era prerogativa quasi esclusivamente femminile, la battaglia di tutti. Io penso – ha concluso Capone – che per parlare di cittadinanza europea non si possa prescindere dalla necessità di parlare contemporaneamente di una cittadinanza dei diritti uguali per tutti e in tutte le regioni d’Europa”.