Nelle campagne, c’è un allarme dovuto all’arrivo dell’autunno caldo, che rende le coltivazioni più vulnerabili alle intemperie e al previsto abbassamento delle temperature, specialmente in Puglia, dove i ciliegi sono in fiore e i fichi sono in produzione. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, in relazione al bollettino di allerta gialla della Protezione Civile, che prevede venti di burrasca, ma anche per il freddo che è atteso in un 2023 che si posiziona al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 in Italia, con una temperatura media superiore di 0,82 gradi rispetto alla media storica registrata dal 1800, secondo le analisi di Coldiretti basate sui dati di Isac Cnr nei primi nove mesi dell’anno.
Le coltivazioni a rischio includono melanzane, peperoni, zucchine, cetrioli e altre, che hanno prolungato la loro stagione a causa del caldo. Allo stesso tempo, sono ancora in corso le raccolte del mais e del riso, mentre è appena iniziata quella delle olive, con il centro-nord che ha già subito una perdita del 33% della produzione.
Coldiretti Puglia evidenzia una tendenza chiara verso la tropicalizzazione del clima, caratterizzata da manifestazioni meteorologiche violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni intense e brevi, e un rapido passaggio dal caldo al maltempo con conseguenze devastanti. Questo ha portato il 2023 a essere considerato un anno critico per l’agricoltura, con prodotti agricoli che maturano in modo anticipato, come mandorli e peschi in fiore già a febbraio, mimose pronte a dicembre e gennaio, e ortaggi che maturano contemporaneamente in autunno, causando danni significativi nei campi.
Gli agricoltori si trovano a fronteggiare gli effetti disastrosi della tropicalizzazione del clima, che annulla in pochi istanti tutti i loro sforzi e li costringe a perdite di produzione. Inoltre, devono affrontare un aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, l’acquisto di piantine e sementi, nonché l’utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante.
L’agricoltura è il settore economico che subisce più direttamente gli impatti dei cambiamenti climatici, ma allo stesso tempo è uno dei settori più impegnati nel contrastarli. È una nuova sfida per le imprese agricole, che devono adattarsi alle nuove condizioni climatiche e trovare soluzioni per gestire le conseguenze sui cicli colturali e sulla gestione delle risorse idriche. Coldiretti sottolinea l’importanza degli investimenti, compresi quelli previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per la manutenzione, il risparmio, il recupero e la regolamentazione delle risorse idriche, nonché la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo e la promozione della ricerca e dell’innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti ai cambiamenti climatici.